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LOT, UN’ESPERIENZA “VELATA”
In tempi come quelli attuali, in cui il formalismo, il secolarismo e la mancanza di coinvolgimento sembrano essere le uniche regole di condotta, la tragica esperienza di Lot appare estremamente attuale, nonostante sia avvenuta quasi quattromila anni fa, e costituisce un monito per coloro che frequentano le chiese ed ogni domenica prendono posto ordinatamente fra i banchi delle rispettive comunità.
Lot, il cui nome significa velo, coprire, è la figura di quanti, pur vivendo per anni nella chiesa, non fanno una scelta definitiva; vengono aspersi da qualche goccia di benedizione, ma non si immergono mai nel fiume della presenza di Dio; aderiscono ai principi biblici, ma non fanno della Parola la lampada e la luce che guida il loro cammino.
Queste persone guardano gli altri credenti, imitandoli, parlando, pregando e cantando come loro, ma non saranno mai dei veri credenti perché non hanno una fede personale.
Pur avendo la grande opportunità di vivere per fede come Abramo, e realizzare personalmente le preziose promesse riservate a chi crede, Lot preferì vivere una fede “riflessa”: sul suo cuore era steso un velo che gli impedì d’essere raggiunto completamente dalla grazia di Dio.
L’esame della sua vita e delle sue scelte costituiranno una sorta di test utile a valutare la qualità della nostra esperienza di fede.
1. UNA CHIAMATA “VELATA”
Abramo partì, come il SIGNORE gli aveva detto, e Lot andò con lui… (Gen. 12:4)
Un credente è tale in funzione della risposta alla chiamata del Signore.
Se Abramo seppe rispondere alla chiamata di Dio, ciò non accadde nella vita di Lot, il quale partì per un’avventura spirituale che non sentiva sua, che non gli apparteneva.
Il suo “cielo” era coperto, la sua visione delle cose di Dio inesistente: non v’era l’adesione ad una vocazione come nel caso di Abramo.
Non ci sembra di leggere la storia di quei giovani che frequentano la comunità perché spinti dai genitori, e la domenica viene “rovinata” dall’obbligo di dover andare al culto?
Forse come Lot ti sei avventurato anche tu nelle vie della fede per i motivi più disparati: ma hai mai colto tale opportunità per rispondere veramente all’amorevole chiamata di Dio?
2. UNA FEDE “VELATA”
…Abramo costruì un altare al SIGNORE che gli era apparso. Di là si spostò verso la montagna a oriente di Betel, e piantò le sue tende, avendo Betel a occidente e Ai ad oriente; lì costruì un altare al SIGNORE e invocò il nome del SIGNORE (Gen. 12:7,8)
Per Abramo gli altari sono la testimonianza di un processo di crescita spirituale: ad ogni passo avanti corrisponde un altare, ad ogni esperienza di guida e benedizione corrisponde un altro altare, e così via, fino al sublime atto sul monte Moria.
Lot invece non edificò mai un altare al Signore: rappresenta quei cuori incapaci di consacrarsi al Signore, di porre qualcosa di proprio sull’altre della consacrazione al Signore.
Non viene riportata alcuna sua preghiera: rappresenta quei cuori incapaci di una relazione profonda con Gesù.
Non viene citata alcuna esperienza di fede, perché il suo cuore è “velato”, impedito di palpitare nei confronti di un Dio che chiama e guida lungo un itinerario di fede.
Gli altari restano, continuamente ricordati dalla parola di Dio come esempio di un vero cammino di fede, mentre Sodoma e Gomorra non esistono più da tanto tempo.
Una vita che segue ed onora il Signore “resta”, mentre questo mondo passa!
3. UNA VISIONE SPIRITUALE “VELATA”
Lot alzò gli occhi e vide l'intera pianura del Giordano … Lot scelse per sé tutta la pianura del Giordano e partì andando verso oriente. Così si separarono l'uno dall'altro (Gen. 14:10,11).
Lot rivelò la sua reale visione delle cose, e manifestò tutti i suoi limiti spirituali: vide l'intera pianura del Giordano; scelse per sé tutta la pianura del Giordano; … abitò nelle città della pianura e andò piantando le sue tende fino a Sodoma.
Egli vide e desiderò solo il proprio benessere materiale, mentre la visione di Abramo è guidata ed alimentata dalle promesse di Dio: Il SIGNORE disse ad Abramo, dopo che Lot si fu separato da lui: Alza ora gli occhi e guarda… (Gen. 13:14)
Mentre Lot discese lungo il Giordano, verso Sodoma e Gomorra, nel punto in cui il fiume si getta nel Mar Morto, Abramo risalì le zone fertili, verso la montagna, lungo la valle del Giordano.
Dobbiamo cercare sempre nuove e fresche benedizioni, che possano accrescere i nostri orizzonti spirituali ed alimentare il desiderio di raggiungere nuovi traguardi nelle vie dell’esperienza di fede.
Ancora oggi tanti giovani si lasciano attrarre dall’apparenza del successo nell’ambito della propria carriere e del benessere che ne consegue.
Scopriranno troppo tardi che tutto ha un prezzo, e che quella che sembrava una scelta dall’esito scontato, in realtà nasconde delle trappole che si riveleranno fatali per la fede.
Diversa sarà l’esperienza di Abramo ed i risultati che ne conseguiranno: Abramo si stabilì nel paese di Canaan… Il SIGNORE disse ad Abramo, dopo che Lot si fu separato da lui: Alza ora gli occhi e guarda... Tutto il paese che vedi lo darò a te e alla tua discendenza, per sempre (Gen. 13:12,1415).
4. UN CAMMINO SPIRITUALE “VELATO”
Anni dopo ritroviamo Lot che abita a Sodoma, dove ha moglie e delle figlie sposate: Lot abitava infatti a Sodoma (Gen. 14:12).
Inevitabilmente, dopo aver abitato nelle città della pianura, Lot era andato… piantando le sue tende fino a Sodoma (Gen. 13:12) dove gli abitanti…erano perversi e grandi peccatori contro il SIGNORE (Gen. 13:13).
A questo punto rimane invischiato in una guerra fra alcuni re della zona, e viene fatto prigioniero.
La sua esperienza evidenzia uno dei principi spirituali che più dovremmo ricordare.
Il compromesso infatti indebolisce inevitabilmente le nostre capacità di difesa spirituale: notiamo che Abramo ha gli uomini e le armi per combattere contro l’esercito di ben quattro re, mentre Lot è indifeso, esposto agli attacchi di chiunque.
Il peccato indebolisce il nostro carattere spirituale e ci priva della capacità di fortificarci nello spirito, rendendoci incapaci di reagire di fronte agli eventi difficili della vita, offusca i pensieri ed annebbia la vista spirituale, impedendoci di pregare, di supplicare e gridare al Signore in prima persona per ottenere il suo intervento.
5. UNA CARRIERA “VELATA”
Quando giunge il tempo del giudizio di Sodoma e Gomorra (Gen. 19), Lot appare come un uomo la cui vita è stata un completo fallimento: come credente, come marito e come padre.
Come credente, perché ormai è stato assorbito dall’ambiente in cui vive.
Era rattristato dalla condotta dissoluta di quegli uomini scellerati e, come giusto, si tormentava ogni giorno nella sua anima giusta a motivo delle loro opere inique (II Piet. 2:7,8), ma è anche vero che non aveva la forza per opporsi a tali ingiustizie e riprenderle pubblicamente con autorità.
Come marito, perché ha sposato una donna del posto, attaccata alle cose del mondo, senza riuscire a condurla alla fede nell’unico e vero Dio, che si perderà lungo il cammino.
Come padre, per non aver saputo inculcare nelle proprie figlie i principi della Parola di Dio.
Ha acconsentito al loro matrimonio con persone del posto, anch’esse estranee alle verità della fede, e dall’atteggiamento simile a quello di tanti a cui la fede sembra uno scherzo di cui ridere e burlarsi.
Lot manifesta tutta la sua rassegnazione, ed anziché ricevere la salvezza sul monte (Gen. 10:17), preferirà scampare sulla vicina e piccola città di Soar (Gen. 19:19,20).
Anche l’ultimo atto della vita di Lot è un ulteriore fallimento.
Anziché terminare la sua carriera da vittorioso, con dignità, con gioia dopo un cammino di fedeltà e di perseveranza nell’ubbidienza, finirà in una spelonca, dove rivelerà l’incapacità di controllare passioni ed istinti.
Lot salì da Soar per andare ad abitar sul monte insieme con le sue due figlie, perché temeva di stare in Soar; e si stabilì in una caverna, egli con le sue due figlie (Gen. 19:30).
In preda all’alcol, commetterà un incesto con le figlie, procreando due figli che saranno una spina nel fianco per i discendenti di Abramo.
La Parola vuol farci comprendere la natura del velo che potrebbe essere steso sul nostro cuore: l’ignoranza spirituale, l’indifferenza, la distrazione, l’incredulità, il peccato.
Iddio vuole distruggere ogni velo dal nostro cuore: Distruggerà su quel monte il velo che copre la faccia di tutti i popoli e la coperta stesa su tutte le nazioni (Isaia 25:7).
Ogni velo può essere rimosso dalla nostra vita per mezzo della fede in Gesù : …quando si saranno convertiti al Signore, il velo sarà rimosso (II Cor. 3:16).
Gesù, …l'Aurora dall'alto, per mezzo della Sua opera di redenzione, vuole…risplendere su quelli che giacciono in tenebre e in ombra di morte, per guidare i nostri passi verso la via della pace (Luca 1:78,79)
Sorgi, risplendi, poiché la tua luce è giunta, e la gloria del SIGNORE è spuntata sopra di te! Infatti, ecco, le tenebre coprono la terra e una fitta oscurità avvolge i popoli; ma su di te sorge il SIGNORE e la sua gloria appare su di te (Isaia 60:1,2)